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Meditazione: Fare la nostra parte, senza rassegnazione

“Vanità delle vanità” dice l’Ecclesiaste, “tutto è vanità”
Ecclesiaste 12, 10

…preferisco fare appello al tuo amore, semplicemente come Paolo, vecchio e ora anche prigioniero di Cristo Gesù; ti prego per mio figlio che ho generato
mentre ero in catene, per Onesimo

Filemone 9-10

Penso che in tanti conoscano il libro dell’Ecclesiaste e che ci affascini più di quanto saremmo disposti ad ammettere. Il pensatore francofono di origini romene Emil Cioran, per esempio, ha sostanzialmente passato la sua vita a commentare in molti libri ciò che aveva già detto in una sola volta, e meglio, il nostro Ecclesiaste. Chiediamocelo: perché ci fanno effetto le sue parole? Perché proprio il libro dell’Ecclesiaste è, magari sottacendolo, tra i più letti? Credo perché dica la verità. Ma attenzione: quando dico che questo libro colpisce perché ci dice la verità intendo che descrive come stanno le cose in sé. Una verità senza dubbio “vera”, se mi si passa questa specie di tautologia, ma anche parziale. Perché dal dire ciò che accade non ne consegue che non possiamo proprio farci nulla e che il tutto debba essere accettato con rassegnazione. Che la vita sia così lo sappiamo, e soprattutto lo sentiamo leggendo anche l’Ecclesiaste, ma la parola di Dio ha lo scopo di dirci che può anche non essere solo così e che la vita può essere vissuta anche in altro modo o aggiungendovi altre cose con l’aiuto dell’amore di Dio. A me, personalmente, viene in mente il Paolo della lettera a Filemone. Vecchio, dice il testo, in prigione, molto probabilmente anche sofferente per gli acciacchi della vecchiaia, se vogliamo rimanere in tema, ma che trova il tempo di pensare agli altri, ad uno in particolare come Onesimo, che era giovane e schiavo, e per il quale il vecchio Paolo interviene con la sua autorità, con la sua generosità e col suo amore. Il tutto in un breve testo, venticinque versetti in tutto e che, di fatto, è un vero e proprio manifesto ante litteram contro lo schiavismo. I problemi a Paolo non mancavano, era anche nei guai, eppure vedete che bell’esempio ci dà. La vita non è facile e spesso corrisponde a ciò che ci descrive l’Ecclesiaste: ma è questo forse una scusa per disperarci o non fare nulla o prendercela con tutti? No. Come Paolo possiamo sempre renderci utili senza rassegnazione e senza depressione, e questo in qualsiasi età della vita, perché ogni fase della nostra vita ha le sue debolezze, ma anche i suoi punti di forza. E facendo soprattutto passare un’importante e preziosa eredità, in grado di aiutare ed incoraggiare molto più di quanto possiamo credere: raccontando cioè alle nuove generazioni le grandi cose che il Signore ha fatte per noi e come ha avuto pietà di noi.

Stefano Fontana, pastore battista a Torino

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