“Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse:
Marco 3, 34-35
«Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio,
mi è fratello, sorella e madre”
La risposta di Gesù nei confronti della sua famiglia biologica, può sembrare imbarazzante, ma in realtà è una risposta che promette bene, in quanto apre nuovi orizzonti di fraternità senza frontiere. Gesù intende dirci che c’è un altro spazio, oltre la propria famiglia, dove è possibile vivere una fraternità altrettanto vera e autentica di quella basata sui legami di sangue. Questo spazio è la comunità dei discepoli di Cristo, cioè di coloro che sono ancorati nella Parola di Dio. Con ciò Gesù apre lo spazio chiuso della famiglia “naturale”- da cui tutti proveniamo – verso l’esterno, per permetterci di accedere ad altre relazioni e di vivere in un nuovo spazio di libertà, dove sono possibili la vicinanza, la condivisione e la solidarietà. La fede non porta alla rottura della famiglia, ma apre una nuova dimensione familiare, che non ha limiti, che è, appunto, la Chiesa. Una delle definizioni della Chiesa è che essa è famiglia di Dio, e dunque comunità di figli e figlie di Dio, che cercano di fare la Sua volontà attraverso l’ascolto della Sua Parola.
Siamo soliti usare nelle nostre Chiese le espressioni “fratello”, “sorella”, a volte in modo meccanico, senza renderci conto della forza rivoluzionaria di tali espressioni e come esse interrogano la nostra identità, mettendo in discussione la nostra filiazione naturale. L’identità individuale e collettiva viene spesso definita in base alla storia personale o collettiva, o all’ambiente sociale di origine. Guardata invece dalla prospettiva di Gesù, la nostra identità come cristiani risulta essere un processo dinamico, che ha più a che fare con il presente che con il passato. La conseguenza di ciò è che, nella comunità di fede, le differenze restano ma sono relativizzate e non hanno più peso determinante, perché ciò che è determinante è il peso dell’essere in Cristo, che ci conferisce una nuova identità, facendo di noi fratelli e sorelle in Cristo.
Jean-Félix Kamba Nzolo