La messe è grande, ma pochi sono gli operai
Matteo 9, 37
Allora ricominciamo? Dopo questi lunghi mesi tappati in casa, dopo Pasqua, dopo Ascensione e Pentecoste ciascuno a casa propria, sì, ricominciamo! E ricominciamo da Gesù, da quello che Gesù ha detto e ha fatto, dall’annuncio che Dio tiene saldamente in mano la storia, dalle guarigioni che Gesù ha compiuto che dimostrano che Dio vuole la guarigione dal male e la liberazione dalla sofferenza. Ricominciamo da Gesù, ricominciamo dal suo sguardo compassionevole verso le folle stanche e sfinite.
E ricominciamo dalla chiamata che Gesù rivolse ai suoi discepoli. C’è tanto da fare, ma pochi sono gli operai. Gesù chiamò quelli che gli erano più vicini. La Parola del Signore oggi si rivolge a me e a te, chiama proprio noi a mettere mano a una messe grande per la quale siamo in pochi.
Allora Gesù chiamò Simone, detto la pietra, che però lo rinnegherà. Gesù chiamò Giacomo e Giovanni con i quali andrà sul monte dove incontreranno Mosè ed Elia. Gesù chiamò Matteo, l’usuraio, e Giuda che lo tradirà. Per mezzo del Suo Spirito, la Parola del Signore chiama anche noi. Noi, con le nostre storie, non tutte luminose; noi che non sempre abbiamo tutte le credenziali a posto: noi con i nostri impedimenti, con le nostre esitazioni, con la nostra pigrizia, finanche con i nostri rinnegamenti e tradimenti.
Ma alla fine come all’inizio, Gesù chiama tutti. Quando Gesù risorto si presenterà ai discepoli alcuni lo adorarono altri dubitarono: a tutti, però, Gesù affiderà il mandato missionario.
Potremmo obiettare che il compito è troppo grande per noi. Gettiamo la spugna? No. Al contrario oggi la parola di Dio ci chiama ad alzare l’asticella di quello che possiamo aspettarci dal nostro discepolato. Anche gli apostoli fallirono, non dobbiamo temere il fallimento. Quello che invece dobbiamo temere è rinunciare in partenza.
Dunque, alziamo l’asticella della nostra preghiera, alziamo l’asticella della nostra ambizione spirituale, perché tutto quello che facciamo e faremo, lo facciamo gratuitamente perché gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente daremo. Non abbiamo un traguardo da raggiungere, un premio da vincere; abbiamo un solido fondamento: l’amore di Dio che in un periodo così critico ci chiama a riprendere a camminare convintamente dietro a Gesù.