Il 41° Torino Film Festival conclusosi il 2 dicembre ha raggiunto il traguardo della decima edizione. Al suo interno è stato assegnato il Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità, da parte dalla Giuria Interfedi. Il premio è stato istituito nel 2013 dalla Chiesa valdese e dalla Comunità Ebraica di Torino, con il patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino, per la difesa del pluralismo delle idee, il rispetto dei diritti e della dignità umana. L’obiettivo è promuovere film che danno voce a tutte le minoranze, ne sollecitano il rispetto, il riconoscimento dei diritti, l’integrazione, il superamento delle discriminazioni, o affermano i valori della laicità, della cultura della tolleranza, del rispetto dell’autonomia, della libertà e delle responsabilità individuali.
La Giuria Interfedi 2023, composta da Maria Cecilia Rivoira in rappresentanza della Chiesa Valdese, Giorgio Berruto designato dalla Comunità Ebraica e Walter Nuzzo per il Comitato Interfedi, ha premiato per il secondo anno consecutivo un film italiano, Amen, primo lungometraggio del regista Andrea Baroni. Il film narra la vicenda di tre sorelle, un padre padrone e la nonna che vivono in un vecchio casolare di campagna, isolato dal mondo: la nonna impartisce alle giovani una rigida e dogmatica educazione religiosa, caratterizzata da confessione comune, peccato, sofferenza e repressione della sessualità; l’arrivo di un nipote sconvolge l’equilibrio del gruppo e precipita la vicenda verso un tragico finale. Nella motivazione della giuria, il film «attraverso l’efficace rappresentazione dell’uso della religione come strumento per condizionare una comunità familiare chiusa, campione paradigmatico di tutta la società, richiama temi centrali del nostro tempo, evidenziando le conseguenze della religione autoprodotta, dell’integralismo, dell’intolleranza, della giustificazione religiosa di atti efferati». La decisione della giuria non è stata semplice, dovendo sacrificare titoli altrettanto meritevoli, quali il film arabo Mandoob di Ali Kalthami, e il francese Notre Corps di Claire Simon sulle donne e i loro corpi, girato in un ospedale pubblico, vincitore del Premio IWonderfull per il miglior documentario internazionale.