Capitano cose strane alle parole, dentro la chiesa e fuori dalla chiesa. A volte sono ripetute tanto spesso da perdere il loro significato; altre volte si portano dietro significati deformati o addirittura sbagliati. Questa è la storia di quattro parole tutte nostre.
Prima parola = COLLETTA
Che cos’è? È la raccolta di soldi fatta durante il culto domenicale o festivo e in occasioni particolari; in alcune chiese la raccolta è fatta all’uscita dal tempio.
Cosa significa? Il culto non è fatto solo dalle parole della Bibbia e dalle parole di uomini e donne; è fatto anche di segni e gesti che ricordano l’intera vita cristiana, dall’adorazione di Dio alla sua benedizione. La colletta è nella parte del culto che ricorda la missione della chiesa e dei credenti, guarda fuori dalle porte del tempio, alla presenza che deve avere la chiesa nella città o nel paese dove è chiamata a servire.
HAI MAI PENSATO CHE quando metti il tuo denaro nel sacchetto o nel piatto non stai dicendo se il culto ti è piaciuto o no oppure che oggi ti senti più o meno generoso, ma stai dimostrando quanto ti senti parte della Chiesa e quanto ti senti responsabile che esista e lavori?
NON ESISTE REGOLA... MA anche se cambiano tempi persone e situazioni, in alcune Chiese non particolarmente ricche si è raggiunta senza gran fatica la media di 5 euro a testa. In una piccola comunità, al momento della predicazione il pastore dice “Ho preparato tre sermoni: uno da 150 euro che dura cinque minuti, uno da 100 euro che dura quindici minuti e uno da 50 euro che dura un’ora. Adesso la colletta deciderà quale dei tre ascolterete”
A cosa serve? La colletta serve per coprire le spese della chiesa locale, da quelle semplici ma importanti per mantenere efficienti e accoglienti locali e uffici (dalle utenze alle pulizie) a quelle per assicurare servizi affidabili (segreteria, stampa, trasporti…) a quelle che servono a sostenere le attività giovanili, musicali, culturali… Senza dimenticare le risorse per aiutare fratelli e sorelle in difficoltà e promuovere la presenza e la testimonianza nella città o nel paese.
Seconda parola = CONTRIBUZIONE
Che cos’è? È il modo in cui membri di Chiesa, spesso insieme a simpatizzanti e amici, contribuiscono alla maggior parte delle entrate dell’amministrazione centrale della Chiesa valdese. È il segno concreto della solidarietà delle Chiese.
Nelle Chiese battiste le contribuzioni, insieme alle collette, sostengono sia la vita delle comunità locali, sia quella dell’Ucebi (Unione cristiana evangelica battista in Italia)
Come funziona? In base all’obiettivo fissato ogni anno dalla Chiesa locale con la collaborazione della Commissione Distrettuale, tutti i membri versano in modi diversi – la classica “bustina”, il conto postale o il conto bancario – soldi che servono a raggiungere l’obiettivo. Rispetto a questo mondo ideale la vita reale incontra due ostacoli: meno della metà dei membri contribuisce e quasi mai l’obiettivo è raggiunto.
Nelle Chiese battiste all’inizio dell’anno l’Ucebi chiede alle Chiese un contributo in misura dei loro membri e possibilità.
LE REGOLE PERFETTE DEL 3 Prima regola: la tua contribuzione sia 3P = personale, proporzionale (alle tue possibilità) e periodica (non a Natale ma distribuita lungo tutto l’anno). Seconda regola: la tua contribuzione sia uguale al 3% del tuo reddito.
A cosa serve? Le contribuzioni coprono gran parte – ma non tutte come si vorrebbe – le spese del cosiddetto “campo di lavoro” a carico della Tavola. Questo vuol dire il trattamento economico di pastori/e e diaconi/e, alcune coperture per emeriti/e oltre alla formazione, ai viaggi e traslochi e a varie forme di assistenza individuale e familiare. Detto in poche parole, tutto quello che fa funzionare le Chiese locali come si conoscono oggi.
LO SAPEVI CHE … la contribuzione è una cosa completamente diversa alla colletta e intendere la contribuzione inclusa nella colletta è un pio paravento dietro cui si nasconde la non contribuzione? Inoltre la contribuzione è defiscalizzabile nella dichiarazione dei redditi.
Terza parola = OTTO PER MILLE (OPM)
Che cos’è? È una parte delle tasse pagate ogni anno dalle persone (80 centesimi ogni 100 euro) che dal 1985 la legge mette a disposizione di enti ecclesiastici e religiosi (tredici al momento) oltre allo stesso Stato.
Come funziona? Ogni contribuente ha a disposizione un modulo – anche senza fare la dichiarazione dei redditi – dove può mettere la firma per indicare quale ente preferisce, o in alternativa lo Stato. Ogni anno il totale disponibile è diviso fra lo Stato e gli altri enti in base alle firme raccolte.
A cosa serve? Le chiese evangeliche decisero a suo tempo di dedicare i fondi dell’OPM a progetti di promozione sociale, scientifico e culturale in Italia e all’estero (specie nei Paesi più poveri) portati avanti da proprie Opere, da associazioni private o Chiese sorelle all’estero. Uffici dedicati gestiscono i progetti, valutati in tutte le fasi da un’apposita Commissione.
È UNA BUGIA DIRE CHE … io do alla mia chiesa l’OPM delle mie tasse. Con la firma io partecipo a una votazione dove valgo esattamente come la persona più ricca. Alla fine, le firme si conteranno e non si peseranno.
È UNA BUGIA DIRE CHE … io sostengo la mia chiesa con l’OPM delle mie tasse (e lasciare intendere che non mi si deve chiedere altro). Non un euro dell’OPM entra nel bilancio generale della Chiesa; finanziamenti possono andare alle chiese locali solo su alcuni tipi di progetti.
Quarta parola = CINQUE PER MILLE (CPM)
Che cos’è? È una parte delle tasse pagate ogni anno dal singolo contribuente (50 centesimi ogni 100 euro) che dal 2005 la legge mette a disposizione di enti che svolgono “attività socialmente rilevanti”.
Come funziona? Come per l’OPM esiste un modulo – anche senza fare la dichiarazione dei redditi – dove può essere indicato vicino alla propria firma il codice fiscale dell’ente che si vuole sostenere. Diversamente dall’OPM, all’ente scelto vanno a finire proprio le tasse personali di chi firma.
A cosa serve? Serve a sostenere enti di volontariato e di promozione sociale, università ed enti di ricerca culturale scientifica e sanitaria (gli iscritti sono decine di migliaia).
Tra questi possono essere scelti sei enti dell’ordinamento valdese, fra cui la Commissione Sinodale per la Diaconia e la Facoltà di Teologia.
LO SAPEVI CHE … se non scrivi il codice fiscale il cinque per mille delle tue tasse va a finire a qualche altro ente che magari nemmeno conosci?
Max Cambellotti e Luca Zarotti