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Meditazione: sulla strada di Emmaus

Illustrazione di Silvia Tartara

«Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire».
Luca 24, 29

Cleopa e il suo compagno di viaggio insistono per trattenere Gesù a dormire con loro, non lo hanno ancora riconosciuto eppure quello stravagante straniero che ignora la vicenda di Gesù il Nazareno è un ospite gradito. È un sapiente, uno che conosce la Bibbia ebraica, uno con cui fa piacere parlare, uno piacevole da ascoltare.

Lungo il cammino di conoscenza profonda delle Scritture e di conversione i due sembrano dimenticare i fatti di Pasqua, la croce è alle loro spalle. Hanno bisogno di svagarsi, di immergersi in discussioni che parlino d’altro, che non li facciano rimanere bloccati a Gesù Cristo, il loro maestro condannato alla pena capitale. 

Tuttavia quella distrazione non può essere così passeggera e fugace, il piacere della chiacchierata, della condivisione della strada non può terminare all’imbrunire. I due discepoli invitano lo straniero a fermarsi con loro, a condividere anche la notte, il buio e le loro fragilità. 
Il giorno di cammino per allontanarsi da Gerusalemme e dalla croce sta finendo, chissà se i due si sono accorti che invece è la loro notte fatta del buio angosciante di disperazione a volgere al termine mentre quello che sta per iniziare è il loro nuovo giorno che si fa strada al chiarore di un’alba carica di speranza, come dice l’apostolo Paolo “la notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce” (Romani 13, 12).
Trattenere quello stravagante straniero non ostacolerà l’inizio del giorno, non eviterà loro di vedere che è proprio il Risorto a camminare al loro fianco. Anzi è proprio l’umano bisogno di intrattenersi con Gesù ad offrire loro la possibilità di riconoscerlo nello spezzare il pane. 

Il nostro umano bisogno di trattenere con noi, dalla nostra parte Gesù, di farlo accomodare nei nostri salotti, sulle panchine del parco e ascoltarlo a lungo nelle notti di solitudine, di tristezza, di terrore ci rende simili a Cleopa e all’altro discepolo. Forse anche noi, come i due di Emmaus non lo riconosceremmo ma sentiremmo il cuore riscaldarsi e il volto distendersi. In questi tempi in cui il terrore ha delle nuove vivide immagini, la preghiera dei due di Emmaus allo straniero è anche la nostra, Gesù non lasciarci soli, non restare solo ma continua a parlarci, a condividere con noi il tuo pane di vita.

Sophie Langeneck
pastora valdese a Torino

Meditazione pubblicata sul numero di maggio 2022 del Piccolo Messaggero, il bollettino delle Chiese valdese e battiste dell’area torinese. Chi fosse interessato a riceverne copia in PDF via email può farne richiesta a redazione@torinovaldese.org.

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