Marcia per il partigiano Emanuele Artom

sergio velluto emanuele artom

Da diversi anni la Chiesa Valdese di Torino partecipa alla marcia in ricordo del partigiano ebreo Emanuele Artom organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità Ebraica, questo il testo dell’intervento tenuto da Sergio Velluto, Presidente del Concistoro, il 13 marzo 2025.

Numerosi sono i motivi che legano la comunità valdese a quella ebraica, ragioni storiche che ci hanno visti muovere insieme i primi passi verso le libertà civili, ragioni di fede che ci trovano entrambi appassionati studiosi dei libri della bibbia che condividiamo, battaglie per la laicità delle istituzioni o in difesa delle minoranze.

Il partigiano Emanuele Artom ci ha lasciato in eredità anche dei diari, la cui lettura provoca a un valdese come me un’emozione grandissima.

Non solo per la descrizione delle località delle Valli Valdesi in cui Artom operò: la val d’Angrogna, Prali, il Colle Giulian che gli fu fatale.

Non solo per la menzione dei suoi compagni di banda, Malan, Diena, Lo Bue, Lombardini e altri che rappresentano anche per noi valdesi la testimonianza migliore della nostra partecipazione alla lotta partigiana contro il nazifascismo.

Ma leggere cosa scrive Emanuele Artom nel suo diario, ci mette di fronte a una persona, un ragazzo diremmo noi oggi, che non si ritiene un eroe, ma che ha anzi la capacità di rendersi conto che neanche gli altri suoi compagni di banda lo sono. Nelle pagine del diario tratteggia una umanità fragile, contradittoria, per niente eroica. Eppure, è questa stessa umanità, fatta dell’unione di tante debolezze, che ha avuto il coraggio di unirsi intorno agli ideali di giustizia e di libertà per combattere il nazi-fascismo.

Per questo oggi vorrei dire a voi, ragazze e ragazzi, di essere pronti quando un giorno sarete chiamati a difendere i valori della libertà e della giustizia, è un dovere che spetta a chiunque, non solo agli eroi. In quel momento dovrete rispondere subito e con la stessa speranza che ha animato allora i ragazzi come Artom. La speranza di raggiungere la pace e di costruire un mondo lontano dagli orrori dell’odio.

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