Search
Close this search box.

La spesa solidale che illumina Rosarno

Lo aveva già fatto Martin Luther King a Chicago, con il suo collaboratore Jesse Jackson, negli anni ’60: utilizzare la “borsa della spesa” come arma di pressione politica per boicottare le aziende che applicavano misure discriminatorie nei confronti degli afroamericani.

Mediterranean Hope, il programma rifugiati e migranti della Federazione Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), prova a fare qualcosa di simile sostenendo aziende agricole calabresi che assumono con contratti regolari lavoratori immigrati. Di nuovo, la borsa della spesa diventa uno strumento per affermare diritti e per incoraggiare un consumo etico e responsabile. Ed è per questo che il progetto si chiama “Etika”, l’ultima iniziativa di Mediterranean Hope che si aggiunge ai “Corridoi umanitari”, all’Osservatorio di  Lampedusa, alla Casa delle culture di Scicli (RG). Il centro del progetto è nella piana di Gioia Tauro dove MH ha promosso una serie di iniziative denominate “Luci su Rosarno”. Luci per illuminare e denunciare lo sfruttamento, luci per aiutare i migranti che vivono nelle baraccopoli, luci per creare un movimento della società civile.

In questi giorni avete partecipato insieme a noi, con il grande aiuto delle volontarie e dei volontari della Chiesa valdese di Torino, alla spesa solidale, sostenendo l’acquisto effettuato direttamente dai produttori della Cooperativa SOS Rosarno. Questo modo di fare la spesa permette una scelta etica precisa. Consente di escludere gli intermediari e la Grande Distribuzione Organizzata che schiacciano i braccianti alimentando con le aste al ribasso il meccanismo dello sfruttamento. Il meccanismo di vendita delle filiere del supermercato vincola il produttore a prezzi molto bassi in partenza, ad esempio per le arance 0,20 – 0,34 euro/Kg, stabilendo così in modo univoco le quotazioni di mercato. All’interno di questo prezzo sono presenti anche i costi per la raccolta. Tale meccanismo si ripercuote sull’anello più debole di questa catena che rende schiavi i più deboli, in quanto ricattabili, che in questo caso sono principalmente i braccianti che lavorano più di otto ore per circa 20 – 25 euro al giorno. Nella Piana di Gioia Tauro i braccianti vivono nei ghetti: lontani dal centro abitato, lontani da chi non vuole vedere. Vivono in condizioni di precarietà all’interno di baracche di fortuna realizzate con lamiere e immondizia; senza acqua in molti casi, senza luce e senza gas. I braccianti subiscono lo sfruttamento lavorativo e l’assenza dei diritti.

Il progetto di Mediterranean Hope “Luci su Rosarno” nasce per “illuminare” questa situazione, rendendola nota e promuovendo pratiche di solidarietà attiva tramite la spesa. Questo meccanismo virtuoso permette con un piccolo gesto di realizzare concretamente azioni significative: l’illuminazione dei ghetti con i pannelli solari, l’acquisto di luci e gilet ad alta visibilità per i braccianti che si spostano con le biciclette in strade buie, facilitare l’accesso ai diritti con lo sportello mobile di assistenza legale e la collaborazione con MEDU (Medici per i Diritti Umani) per le tutele sanitarie.

L’innesco della catena di solidarietà permette azioni positive anche sui territori che contribuiscono all’acquisto delle arance. Il progetto “Arancia Sospesa”, ovvero l’acquisto a prezzi di costo della cassetta di frutta, ne permette la donazione a chi ne ha più bisogno o sostiene una raccolta fondi per iniziative utili sul territorio. L’asta al rialzo si contrappone, infatti, al meccanismo delle aste al ribasso: anziché generare sfruttamento la cassetta di arance genera benessere e legami di solidarietà che uniscono chi partecipa al progetto.

Con l’esperienza delle operatrici ed operatori sul campo e tramite il contributo delle nostre comunità riflettiamo attivamente sul tema della frontiera: le frontiere non sono solo quelle che immaginiamo come lontane ma sono anche nei nostri territori, e sono più vicine di quanto pensiamo. Si alimentano o si combattono con i nostri comportamenti quotidiani, anche quando facciamo la spesa. Il nostro modo di acquistare è un atto etico, agire in modo critico è un impegno importante. E’ un percorso di consapevolezza e confronto individuale e collettivo che indica una strada da percorrere, più giusta, equa e rispettosa della dignità e dei diritti di tutti e tutte.  

Elisa Biason
(operatrice di Mediterranean Hope)

admin
admin