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La comunità, un luogo di vita

Illustrazione di Silvia Tartara

“Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra
e queste membra non hanno tutte la medesima funzione,
così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo
e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri”.
Romani 12, 4-5

L’immagine del corpo usato dall’apostolo Paolo per parlare della Chiesa è un’immagine che illustra con molta chiarezza ciò che la Chiesa è nella sua realtà più profonda e più spirituale: la Chiesa è il corpo di Cristo; corpo il cui capo è Cristo e le cui membra sono i credenti.

Quest’immagine ci permette di guardare alla Chiesa dalla prospettiva della diversità dei doni spirituali di tutti i membri di Chiesa; ci insegna a vivere secondo il principio ecumenico dell’unità nella diversità. Come in un solo corpo ci sono molte membra, con funzioni diverse per ciascuno, ma tutte lavorano in armonia per il benessere del corpo, così pure i diversi doni spirituali presenti nella Chiesa concorrono per il benessere spirituale di tutta la Chiesa. Essere membro di Chiesa significa appartenere al corpo di Cristo come suo membro, cioè avere una vera relazione d’amore con Cristo e con gli altri. Sarebbe una grossa illusione pensare di relazionarsi con Cristo e non con gli altri che sono membra del suo corpo, perché Gesù vive e si rende presente anche attraverso il suo corpo.

Di fronte al dilagare dell’individualismo esasperato, siamo invitati a vedere nella comunità di Chiesa un luogo dov’è possibile appagare il nostro bisogno di appartenenza, un luogo dove sentiamo forte il bisogno gli uni degli altri, in un rapporto di interdipendenza. Al di là dei pregi e difetti che hanno tutti gli esseri umani, la comunità rimane questo luogo dell’incontro con Dio, dell’appartenenza, dell’accoglienza e della cura reciproche, e della crescita comune nell’amore. Insomma, un luogo di vita.  Infatti, nella Bibbia il concetto di “vita” significa essere in relazione. Il concetto di “morte”, per contro, consiste nel non essere in relazione. In questo modo la Bibbia mette in discussione due delle nostre comuni precomprensioni: che la vita sia sostanzialmente un insieme di funzioni biologiche e che la vita riguardi solo il singolo in sé e per sé. I concetti di vita e di morte nell’ottica biblica sono dunque legati all’appartenenza a una comunità che conferisce identità e missione. Per cui scegliere tra la vita e la morte, secondo Deuteronomio 30,19, significa prendere decisione pro o contro il rapporto con la comunità che dà vita.

Jean-Félix Kamba Nzolo

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