Il tempo di agire è adesso. Non domani. Non altrove. Ora
La Conferenza Distrettuale delle chiese valdesi e metodiste del II Distretto riunita in Torre Pellice il 13, 14 e 15 giugno 2025, si sente chiamata a prendere parola. Lo fa con la consapevolezza che la nostra responsabilità civile e la nostra fede ci spingono a non restare in silenzio di fronte alla sofferenza, all’ingiustizia, alla violenza. Nel nostro cammino di chiesa riconosciamo il valore dell’ascolto, della cura, della responsabilità condivisa. Anche oggi, con dolore e fermezza, ci uniamo a chi chiede che si fermi la violenza in Palestina.
Non possiamo accettare che la difesa si trasformi in distruzione.
Non possiamo accettare che il diritto venga calpestato.
Non possiamo accettare che la vita di persone civili, infanti, operatori e operatrici umanitari/ie,
sanitari/ie e giornalisti/e, venga annientata nell’indifferenza.
Non possiamo tacere che ci siano ancora ostaggi trattenuti.
Siamo e restiamo solidali con il popolo ebraico nella condanna di ogni forma di antisemitismo.
Ma proprio per questo, non possiamo tacere di fronte alla politica del governo israeliano che, da mesi, sta infliggendo sofferenze inaccettabili al popolo palestinese.
Chiediamo che le nostre chiese, i nostri rappresentanti, le nostre istituzioni si impegnino per:
– fermare ogni forma di complicità politica, economica e militare;
– dire basta all’occupazione e alla violenza;
– rafforzare le istituzioni sovranazionali e la democrazia internazionale e la dignità di ogni popolo;
– costruire ponti di pace, giustizia e riconciliazione.
Come comunità che crede nella forza dell’amore di Cristo, nella speranza che nasce dalla fede, nella responsabilità individuale e collettiva, ribadiamo con forza:
Non domani. Non altrove. Ora.
Il tempo di agire è adesso.
Solidarietà, inclusione, diritti
Le chiese metodiste e valdesi convocate nell’annuale assemblea che riunisce le comunità locali del nord Italia a fronte dell’aumento di episodi ed espressioni di violenza, fisica, verbale ed ideologica rivolte alle persone LGBTQIA+, esprimono la propria solidarietà con le vittime di tali violenze, affermano l’uguaglianza dei diritti di ognuno/a ad amare ed essere amato/a e riconosciuto/a dalle istituzioni, incoraggiano le chiese dell’ecumene cristiana a rivolgere e rinnovare l’annuncio del dono della grazia di Dio ad ogni essere umano e a renderne testimonianza continuando a costruire comunità cristiane inclusive ed accoglienti.