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Dal silenzio alle parole

«Egli è risuscitato; non è qui»
Marco 16, 6

Illustrazione di Max Cambellotti

Chiusa da una pietra, rotolata davanti a una tomba, la storia di Gesù finisce così. È una fine che lascia sgomenti. È tutta qui la storia di “Gesù Cristo, figlio di Dio”? È proprio questa la fine della storia di Gesù di Nazaret, il prescelto da Dio, colui che è andato dappertutto proclamando la grande notizia di Dio, guarendo e liberando?

Nei fragili equilibri politici della Giudea – guardata a vista dai burocrati dell’impero – Gesù, la sua fine, se l’è cercata. Eppure, Gesù disse, e per tre volte, che la sua morte era un fatto necessario; non una fatalità, non la conseguenza politica delle sue scelte. Quella morte doveva accadere in ubbidienza al volere di Dio e al suo disegno di salvezza per il mondo.

Quando Gesù muore, grida il primo versetto del Salmo 22 “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?” E quel grido, che oscilla tra un’angosciata protesta e una preghiera di affidamento a Dio, riassume la missione di Gesù: colui che “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti”.

In quell’alba, in quel momento sospeso, un annuncio ribalta la storia. Le tre donne, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome che avevano visto morire Gesù e che avevano visto dove era stato deposto il suo corpo, al posto di Gesù trovano un giovane vestito di bianco che dice loro: «Non vi spaventate! Gesù che voi cercate, il Nazareno, il crocifisso: è risuscitato, non è qui!». Se i fatti hanno decretato la fine di Gesù, l’annuncio del giovane: “Gesù è risuscitato!” afferma la verità di Dio sulla storia. Dio ha vinto il potere della morte e del peccato!

Alla fine della vicenda di Gesù non c’è solo la morte, ma l’annuncio della risurrezione. Il significato della vita, della predicazione e del ministero di Gesù non dipende più solo dalla croce, ma anche dal sepolcro vuoto perché Dio ha riabilitato Gesù, ha decretato la sua vittoria sul potere della morte. La risurrezione di Gesù rimane un fatto eccentrico della storia. La risurrezione di Gesù è l’annuncio del mondo nuovo che Dio ha inaugurato.

Il vangelo di Marco, il racconto della grande notizia di Gesù finisce con il silenzio e la paura delle donne che non dissero nulla a nessuno. Il silenzio delle donne attesta quanto difficile e rivoluzionario sia il miracolo della riabilitazione di Gesù crocifisso. Tutto il vangelo di Marco ci prepara alla sorpresa della risurrezione e tuttavia esso parla di una fede che non è mai facile. Di fronte al vangelo di Gesù Cristo il Figlio di Dio oscilliamo tra lo sgomento e la gioia, tra il silenzio e la parola. Adesso tocca a noi. Tocca a noi continuare la storia. Divisi tra il nostro sgomento e la gioia per l’annuncio di Pasqua riprendiamo il nostro cammino cristiano. Certi che nessuna pietra sarà così pesante da non potere essere spostata. Amen.

Sandro Spanu, pastore battista a Torino

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