Preparate nel deserto la via del Signore, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! Ogni valle sia colmata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; i luoghi scoscesi siano livellati, i luoghi accidentati diventino pianeggianti.
Isaia 40, 3-4
In questi due versetti Isaia ci incalza affermando che ogni fatica, ogni sforzo, ogni tentativo maldestro, ogni dolore devono essere allontanati. Egli ci dice: nel deserto in cui vivete, nell’angoscia da cui siete circondati, preparate una via per il nostro Signore. Aprite i vostri cuori e rendeteli capaci di accogliere il nuovo che sta per giungere, aprite le menti alla fiducia, perché Egli inaugura un mondo nuovo. Un mondo nel quale il Signore pascerà il suo gregge con amore e sollecitudine.
Isaia ci chiama all’impegno, ci sprona ad avere coraggio e fiducia, ma anche a cambiare la nostra abitudinaria visione della vita, dell’ambiente in cui ci muoviamo, della nostra stessa fede: dobbiamo riempire le valli e abbassare colli e montagne per aprire la strada al Signore, dobbiamo quindi trasformare il mondo conosciuto per aprire le nostre vite al nuovo che Egli porterà.
Ma come fare a preparare una via al Signore, come aprire quella strada in primo luogo nei nostri cuori e nelle nostre vite, e poi nel mondo intorno a noi?
Quanto è più facile, benché desolante, lasciarsi andare allo scoraggiamento! Come fare ad annunciare una speranza forte, quando fuori e dentro di noi imperversa il male? Mentre i bambini continuano a morire, a essere maltrattati, abusati, abbandonati, quando le donne vengono ancora violate, maltrattate, uccise, mentre ancora si risolvono i conflitti economici e di potere ricorrendo all’uso delle armi?
Care sorelle e cari fratelli, non dobbiamo abbatterci, non dobbiamo lasciarci andare alla fatica e al dolore quotidiani, ma dobbiamo invece riconoscere che quello che ci è stato chiesto è di colmare le valli, abbassare colli e montagne. Non è certo una impresa facile, Isaia non lo pensa e forse neppure il Signore, ma è ciò che ci è richiesto, ciò a cui siamo chiamati e chiamate. E per aiutarci possiamo ricordarci dei bimbi salvati nel Mediterraneo, di tutte le creature viventi che vengono accolte ed amate, della primavera che ogni anno torna a far fiorire i prati e i boschi. Il Signore ci dona la forza per affrontare il male che ci circonda e ci chiede di rimboccarci le maniche per lavorare alla nascita di un mondo nuovo, il mondo che il Signore ha sognato e voluto per noi.
Egli ci chiede di preparare, dentro di noi e intorno a noi, una via per la Sua venuta, quando “come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano” (Isaia 40, 10). Amen.
Erica Sfredda