Giovedì 5 novembre il Concistoro della Chiesa valdese di Torino ha firmato in Comune l’atto di concessione del campo evangelico del cimitero monumentale. Tale atto è uno dei tasselli di un importante ed innovativo progetto della Città per valorizzare e rispettare le diversità delle diverse fedi presenti sul territorio cittadino. La concessione firmata è il primo atto di un cammino che nei prossimi mesi porterà ad un nuovo volto del campo evangelico.
La ritualità associata alla morte è estremamente importante per l’elaborazione del lutto e ogni confessione religiosa ha riti e tradizioni propri. Fin dal 2013 la città ha deciso di creare aree speciali per la sepoltura di persone di fedi diverse. Il progetto non poteva che ricevere l’impulso da parte dell’assessore Marco Giusta, convinto sostenitore della battaglia per i diritti di tutti e tutte.
Nella tradizione il cimitero, definito campo santo perché consacrato secondo i riti della Chiesa cattolica, è stato molto a lungo terreno di esclusione, non potevano infatti trovare sepoltura le persone inaccettabili per la Chiesa di maggioranza e per molti decenni depositaria della religione di Stato, non c’era posto per gli eretici, gli scomunicati, i suicidi, i bambini morti senza battesimo, gli ebrei ed altri in un lungo elenco di giudizio e condanna.
Il cimitero monumentale di Torino si dotò invece, alcuni anni prima della concessione dei diritti civili del 1848, di due campi destinati alla sepoltura dei protestanti e degli ebrei. Sono due campi prospicienti, con un ingresso indipendente lontano dall’ingresso principale, per non disturbare i riti cattolici. Così già nel 1846 i valdesi e i protestanti morti a Torino poterono trovare pace senza dover essere trasferiti altrove. Il campo si chiamava Acattolico a sottolineare la lontananza dalla Chiesa cattolica romana. Nell’800 non erano molte le persone di fede diversa dalla cattolica, negli ultimi anni la Città ha invece visto crescere la richiesta di sepolture con altri riti per la presenza sul territorio cittadino di tante e tanti cittadine e cittadini di origine straniera.
La mancanza del culto dei morti presente nelle Chiese protestanti ha spesso avuto come conseguenza una notevole trascuratezza dei cimiteri e del campo evangelico, come oramai da decenni si chiama, nonostante siano presenti molte tombe di famiglia che raccontano la storia del protestantesimo a Torino da metà 1800. Negli ultimi anni la Città ha lavorato con l’Ufficio Beni culturali valdesi e metodisti per la catalogazione e progetti di valorizzazione delle tombe “storiche”.
La concessione firmata il 5 novembre però è molto altro: la Città riconosce alla Chiesa valdese di Torino il diritto di decidere gli arredi delle tombe, di scegliere quale aspetto avrà il campo, di poter tradurre nello stile delle sepolture la sobrietà e la semplicità che caratterizzano il rapporto con la morte dei protestanti. Un campo dove troveranno posto non soltanto le persone della Chiesa valdese ed i loro famigliari, ma di tutte le Chiese della grande famiglia delle Chiese evangeliche e protestanti presenti sul territorio della città e della provincia. E non solo, la Chiesa valdese accoglierà anche persone a lei vicine per condivisione dei principi etici pur non facendone parte. Da campo ignominioso e di esclusione a campo di accoglienza dove, secondo la fede evangelica i/le morti/e aspetteranno la venuta del Signore e la resurrezione.
La Città che già ha predisposto da tempo degli spazi rispettosi per chi sceglie la cremazione, ha accettato la proposta della Chiesa valdese di inumazione delle urne cinerarie, pratica ancora poco diffusa in Italia che consentirà di avere nello stesso campo urne e feretri.
Foto di patrimonioculturalevaldese.org