Condividiamo la meditazione biblica di Jean-Félix Kamba Nzolo, pastore a Torino, sul testo biblico Zaccaria 4,6: “”Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio” dice il Signore degli eserciti.
La potenza e la forza sono caratteristiche proprie dello Spirito Santo, tant’è vero che la parola ebraica “Ruah” che indica lo Spirito di Dio è la stessa che definisce il vento o la tempesta. Gesù stesso parla dello Spirito Santo come di una potenza della quale i discepoli saranno rivestiti per essere messi in grado di portare la Buona Novella fino alle estremità del mondo
Questo per dire che nessuna potenza, nessuna forza può resistere davanti allo Spirito di Dio. Ma quelle dello Spirito sono potenza e forza che non s’impongono nella vita degli esseri umani, ma si propongono, si lasciano accogliere come dono in grado di ravvivare e di rinnovare la nostra vita, la nostra fede, il nostro rapporto con Dio e tra di noi. Dove c’è Spirito c’è vita, amore, comprensione, pace, giustizia, libertà, l’interesse per il bene comune ecc.. E invece potenza e forza che sono in netto contrasto con lo Spirito Santo sono quelle che vediamo ogni giorno dominare il nostro mondo e che minano i nostri rapporti interpersonali. Solo il più potente s’impone e il più forte vince. Si tratta di potenza che diventa prepotenza e di forza che diventa violenza. In altre parole, si tratta di potenza e di forza che s’impongono, violando le libertà individuali e schiavizzando le persone.
Questo versetto del mese di giugno, ci ricorda che esiste una potenza e una forza di un ordine diverso cioè la potenza e la forza dello Spirito Santo che Dio ci ha donato a Pentecoste. Potenza e forza incomprensibili per il mondo ma destinate a vincere. Lutero sosteneva che “lo Spirito Santo è presente con la sua forza, là dove la fede viene mantenuta nella lotta e nella tentazione”. Possiamo dunque contare sulla forza dello Spirito Santo che fa di ciascuno e ciascuna di noi un vero e coraggioso discepolo di Cristo nella lotta continua per la giustizia, facendo in modo che non ci arrendiamo anche là dove pensiamo che sono i forti a vincere e i potenti a dettare leggi.